venerdì 29 marzo 2013

SICUT DIXIT



Lo so che non è considerata una cosa molto cool, lo so che dopo aver scritto questo post potrei perdere le simpatie che mi sono aggiudicata fino ad ora, o magari una delle mie fantastiche 7 lettrici fisse, che conosco per nome una ad una (non è mica da tutti, voglio vedere io quelli che hanno migliaia di migliaia di followers se sanno come si chiamano)potrebbe mollarmi così, di sana pianta.
Però dico io, non è che abbia intenzione di sfondare nel mondo del blogging, figuriamoci, non ho  nemmeno l'ambizione di sfondare nel mondo dell' architettura, che è il mio mestiere. In effetti l'unica cosa che in questo momento storico vorrei sfondare è la vetrina di Dolce e Gabbana in via della Spiga, così, a testate, e fare razzia di tutto quello che vedo.

Il fatto è che io in questa storia della Resurrezione ci credo di brutto. Ma non è che ci credo così, come si può credere o meno agli elfi, o alle profezie dei Maya, o all'abominevole uomo delle nevi. Io ci credo dalla nascita, perché me l'hanno insegnato i genitori, ma ho iniziato a sperimentarlo a 16, 17 anni, quando ho trovato degli amici della mia età che mi hanno fatto vedere come la mia fede c'entrava con tutto. Tutto, niente escluso, la scuola, le materie che detestavo e quelle che adoravo, la musica, i vestiti, i bei ragazzi, le cose belle e quelle brutte. E così via all'università e ora nel matrimonio, la mia fede è sempre una costante ricerca della verità delle cose.
Non sono una santa, sia chiaro, o una di quelle che parlano con la voce sottile e hanno sempre il sorriso paralitico a 260mila denti stampato in faccia. Il fatto che un altro dei miei ennesimi soprannomi sia JOY-OF-LIFE è da intendersi in senso decisamente ironico. E sono la peccatrice più peccatrice che ci sia, in sostanza io inizio a peccare ancora prima di aprire gli occhi la mattina. Ho tanti di quei limiti da far schifo.
Ma 2000 anni fa è successo questo fatto no, questo fatto storico, insomma è successo davvero, che Gesù è nato. Poi l'hanno crocifisso. E lui è morto. 
Ma poi è risorto.
Se così non fosse stato la sua sarebbe rimasta la bella storia clamorosa di un grande uomo.
Ma è risorto. E ha cambiato e continua a cambiare la storia. E le mie giornate. Anche quelle in cui lo vorrei mandare via.

"Se non fossi tuo, mio Cristo, mi sentirei creatura finita. Sono nato e mi sento dissolvere.
Mangio, dormo, riposo e cammino, mi ammalo e guarisco, mi assalgono senza numero brame e tormenti, godo del sole e di quanto la terra fruttifica. Poi io muoio e la carne diventa polvere come quella degli animali che non hanno peccati.
Ma io cosa ho di più di loro? Nulla, se non Dio. Se non fossi tuo, Cristo mio, mi sentirei creatura finita."  
-S. Gregorio Nazareno-


E allora  Buona Pasqua! 

e addio, voi che non mi leggerete mai più, sappiate che vi ho voluto bene. 

lunedì 25 marzo 2013

VARICELLA TALES

No, non cederò di nuovo alla tentazione di lamentarmi del cattivo tempo. Il meteo è una di quelle cose che ti fanno capire che non è proprio tutto governabile dall'uomo, insomma non ci puoi fare davvero un bel niente. Anche se io ammetto a volte ho creduto di avere dei poteri paranormali per condizionare l'atmosfera, come quando per il mio matrimonio ho desiderato così tanto il bel tempo (solo io eh) che alla fine c'era un sole così splendido splendente che si schiumava dal caldo, ma non solo, quando qualche mese prima la mia testimone mi aveva annunciato che si sarebbe sposata due settimane dopo di me, ovvero mentre io e mio marito eravamo in viaggio di nozze, le dissi risentita: tanto piove.
E così fu.
Se è per questo, sono sicura, a volte so far vincere o perdere l'atalanta, a seconda di come si comporta mio marito con me.
Ma forse porto solo sfiga.
Sta di fatto che il tempo fa schifo, ma la vera tragedia non è questa, è che Mrs Varicella è arrivata, sta stronza, con la sua valigiona di mega pustole pruriginose. Lo sapevo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato, per carità, e mi va anche bene che fuori piova, così non ce ne stiamo chiusi in casa con il naso spiaccicato alla finestra a pensare comesarebbebelloesserelàfuoritrailverdedeipratieglialberiinfioooor.
Ora, la vera missione impossibile, oltre a quella di terminare ogni giornata di prigionìa senza ammazzare nessuno, è evitare che grande puffo contagi baby puffo (speranza davvero vana). Perciò il povero piccolo continua ad entrare e uscire di casa, va a fare la spesa, va dalla nonna, va dalla bis nonna, va in passeggino sotto il ceratone...che magari la varicella non se la becca, ma una bella broncopolmonite sì.
Nel frattempo io e Marti-mio-insostituibile-primogenito ci divertiamo... un mondo...................

C'è un blog geniale, che tutti ormai conosceranno, che si chiama quandofuoripiove , da cui prendere spunto per fare un sacco di lavoretti stupendi in casa con i figli irrequieti. Ecco io me lo guardo sempre, lo adoro, ma non sono mai riuscita a riprodurre niente. Mi manca sempre un pezzo. Per esempio adesso c'è un post a tema pasquale che spiega come costruire un simpaticissimo coniglietto saltellante con due bicchieri di plastica. Ecco io sono tagliata fuori in partenza, ho solo bicchieri rossi avanzati da non so quale festa di capodanno del dopo guerra. Insomma sarebbe un filo inquietante un coniglio rosso. Non ce la posso fare.
Perciò dai Marti, facciamo noi, prendiamo un bel cartoncino, disegniamo un uovo di Pasqua, lo coloriamo e lo appendiamo. 
Si ma faccio io da sciolo mamma. Ok. Ma non ti va di usare un bel giallino, un azzurrino, un rosino... No faccio io.
Ecco finito! Lo appendi mami?

lavori in corso
Risultato: sotto sotto c'è un uovo di Pasqua felice 


Mmmh beeellllllo, facciamo così, adesso lo mettiamo fuori ad asciugare beeene eh (insieme agli altri capolavori della settimana scorsa che ormai dovresti aver dimenticato). 

E adesscio cosa facciamo mami?
Adesso ti faccio una bella spremuta.
Sci ma nella tazza di Cars e senza i semini.
Mh.

E adesscio cosa facciamo mami?
Mah non so, potremmo prendere a martellate il muro eh? 
E allora scegliamo belle foto, mettiamole nelle cornici e smartelliamo 14 chiodi nel muro - io quelli veri col martello vero e lui con i suoi di plastica - innervosiamoci ogni due secondi perchè i chiodi di plastica non ssci appiccicano. Santocielo!























lavori in corso

Risultato: che non ho capito perchè quando le vedi su Pinterest se ne stanno tutte belle allineate e qui no




























E adesscio cosa facciamo mami?
Ma guarda adesso prendiamo questo mega scatolone e impacchettiamolo tutto.
Sciii taglio io lo scoch!

il risultato con bagoloni di scoch lo lasciamo a fervide immaginazioni
E adesscio cosa facciamo mami?

E adesso tesoro-mio-dolce-amore-del-mio-cuor-gioia-infinita-ometto-perfetto  sei malato, vai sul divano e lobotomizzati una buona volta davanti alla TV. 
Te lo dice la mamma.

domenica 17 marzo 2013

QUESTIONE DI POSTILLE



La Ville Savoye - Le Corbusier

Facciamo un patto.
Io accetto di andare a vivere oltre il cartello barrato in una casa con giardino e tu la smetti di sfracassarmi le finferle per sempre. For ever and ever.
Lo capisco sai, il tuo è un desiderio condiviso dalla maggior parte delle persone, mentre il mio è in modalità attico-in-centro-che-più-centro-non-si-può, sì proprio lì, dove cade la gocciolina di google maps quando scrivi il nome di una città.
Va bene. Alla fine qualcuno deve cedere. Lo faccio io.
Tanto per essere chiari, mentre mi cresce lentamente l'aureola in testa, vorrei aggiungere al nostro patto qualche clausola e, come dire, un paio di postille.
Vedi, vivere in una casa con giardino privato significa sostanzialmente non andare più al parco a socializzare con altri bambini e le loro mamme. I miei spostamenti quotidiani si ridurrebbero a casa - studio, studio - casa, qualche volta in cantiere a parlare con un muratore, niente contro i muratori ci mancherebbe, è che non apprezzano le mie borse. Perciò se devo sentirmi sola, preferisco farlo a mollo in una piscina con l'acqua a sfioro sorseggiando mestamente una bibita ghiacciata con frutta esotica e ombrellino.
Bene. 
Una volta stabilito  cosa  non deve mancare (oltre al tuo spazio per il barbecue e il camino, sì l'ho capita!), bisogna per forza trovare un terreno edificabile dove dare spazio alla mia fantasia. Che poi non è che me ne serva molta, perchè LEI esiste già, e io non è che la voglia scopiazzare bellamente, no in architettura non si copia, si prende un riferimento progettuale...
Perchè io voglio una casa  pura , come la Ville Savoie di Le Corbusier, che nasconda il segreto di una promenade che percorre gli spazi. E ogni spazio comunica con la natura circostante. La incornicia. (Sperando che l'abitazione del vicino non sia a cinque-metri-dal-confine, o che perlomeno non abbia velleità nudiste-esibizioniste). Una casa con le finestre a nastro e la facciata libera, senza tettini tettucci e archetti (a meno che non sia del '500 con affreschi originali), una casa con la pianta libera, dove c'è spazio per giocare con le forme, sorretta da pilotis, leggera e plastica, con il tetto giardino dove rimirare le colline circostanti (ed evitare le pallonate dei bambini che giocano da basso).
Una casa  bianca . Ma non come quella del presidente degli stati uniti. Una casa desiderosa di assorbire la luce del giorno e di restituirtela negli interni più bui. Che risalti col suo candore il verde del prato e l'azzurro del cielo. 
E della piscina (vedi sopra).
Insomma fidati, è un modello vincente. Ottimo investimento! Così quando sarai stanco di tagliare l'erba e vorrai vivere in-the-very-middle-of-the-town come me, la rivendiamo subito, sicuro! 









con una piccola personalizzazione...



mercoledì 13 marzo 2013

Mi piace

Mi piace. Non so niente di lui ma mi piace, così, a pelle. Non me lo aspettavo, e per questo mi piace ancora di più. Mi piace non conoscerlo e poter scoprire tutto di lui. Mi piace non avere pregiudizi. Mi piace la sua faccia, i suoi occhi lucidi e buoni. Mi piace la sua pancia da adoratore del cibo, e quindi delle cose buone e giuste. Mi piace il suo primo discorso. Mi piace che gli piaccia il tango, almeno così dicono. Mi piace il suo accento. Argentino. Come l'angioletto che veglia sui miei bimbi. Mi piace il suo nome, Francesco, come il mio nipotino che nascerà presto. Come San Francesco. Mi piace e attendo, curiosa, che si manifesti la sua grandezza.


venerdì 8 marzo 2013

Oggi e proprio oggi, il giorno 8 Marzo 2013, voglio, con questa cicogna bianca, annunciare al mondo intero che ho scoperto.......................

(Siamo seri, non c'è nessun terzo nano in arrivo.)

Dicevo, ho scoperto un'iniziativa molto molto MOOLTO intelligente e decisamente utile per il sostegno e la valorizzazione delle madri lavoratrici, che si sa, spesso e sovente non hanno vita facile.

 UN FIOCCO IN AZIENDA  è un’iniziativa del gruppo "Donne Manager" di Manageritalia - Milano 

Cliccate qui per saperne di più  http://donne.manageritalia.it/un-fiocco-in-azienda

E buona festa della donna! 

(e dei venditori di mimose...che non ho capito perchè proprio la mimosa, insomma se proprio la devo dire tutta, la mimosa è uno dei fiori che detesto di più in assoluto, oltre al fatto che secondo me puzza. Io avrei scelto senza dubbi la peonia. Ecco.)

mercoledì 6 marzo 2013

PROMESSO.

PESSIMISMO E FASTIDIO
Ecco uno dei soprannomi che mi sono guadagnata nel tempo con il sudore della fronte, diciamo in questo caso con il corrugamento.
Anzi, io ci sono nata con il fastidio dentro. Soprattutto se piove. Come oggi.
Uggia e reclusione.
Almeno potessi uscire e saltare nelle pozzanghere di fango come Peppa Pig.
Ma se poi qualcuno mi vede? No qui bisogna pensare a tirar su il morale, senza ingrassare intendo.
Vediaaamo... qual è l'altra parola magica che non sia calorica ma inizia per S??? Esse??? SHOPPING! Ah si caro mio piove e non posso mettere P. sotto al cellofan nel passeggino solo per una botta di vita???
Siamo nel 2013, ci siamo evoluti da un pezzo. 

Cominciamo dai nani, per me l'effetto benefico è garantito comunque.
Qui ci vuole colore, basta con il blu, l'azzurro confetto, le righe orizzontali, il grigio, il nero.




Datemi tanto GIALLO, giallo FLUO!  che se me le metti io ti guardo tutto il giorno solo i piedi (e tu puoi approfittarne per ravanare nel tuo naso senza che ti sgridi) fermo restando che con queste col cavolo che andiamo al parco, solo in centro a fare le vasche su e giù, no niente gelato che se mi goccioli sopra..... 
Anzi il gelato lo schiaffiamo in testa a quella puzzona della zebra!

E per il piccino? Inevitabile strafugnamento di baci al solo pensiero di vestirlo così!


Sì lo so che fa ancora freddo. E va bene intanto lo prendo però, così se arriva un'ondata di caldo dal Sahara non ci facciamo cogliere impreparati. Mi sembra un atteggiamento da madre responsabile.

E per me? No per me niente. Mi sento già bene così davvero, grazie.
Certo, se proprio devo farci un pensierino... se solo potessi avere un gioiellino come questo...ci metterei dentro tutti i miei pensieri e non parlerei più.
Davvero marito se me la compri non parlo più. Promesso.


venerdì 1 marzo 2013

LESSON NUMBER ONE

Ieri pomeriggio, di ritorno dall'asilo, io e Martino ci dirigevamo verso la macchina per andare a prendere dalla nonna Piccolo P. e il suo inseparabile amico Virus (detto anche Vairus, quello che si è piazzato a casa nostra da Dicembre e va e viene come gli pare, quello che sicuramente riceve mazzette dalla fabbrica di Napisan, quello che ti coglie sempre in fallo perchè non hai mai patate-carote-e-crema-di-riso quando servono , quello che, povero illuso, si è messo d'accordo con la pediatra nel vano tentativo di far dimagrire il cicciottello. Sì insomma QUELLO).

Lungo il marciapiede un anziano signore vede il mio nanetto e, camminandoci incontro, inizia a ravanare nella gigante tasca laterale del suo giaccone... 

Ecco, vuole dargli una caramella.

Inizio a pensare velocissimamente: se ci mette così tanto a trovarla cosa ci sarà mai in quella tasca? Dunque vediamo, per prima cosa un fazzoletto di stoffa usato e riposto a pallottola, ed è molto probabile che non sia fresco di giornata, poi monete, sicuro, non esiste uomo che non tenga sempre perennemente delle monete in tasca solo per il gusto di farle tintinnare negli ingranaggi della lavatrice, poi mentine sfuse del dopoguerra, scontrini del pane, hummm... briciole di pane... mmmh..
-Eccolo trovato! Esclama il signore e mostra un cioccolatino che aveva tutta l'aria di essersi sciolto e risolidificato più e più volte.
-Ooh signore la ringrazio ma non possiamo accettarlo, vede lui ha mal di pancia...
(Sì lo so sono una brutta persona)
L'anziano insiste ma noi stiamo già attraversando la strada e io continuo a dire Davvero è molto gentile ma non sta tanto bene...

...Oooh non sto tanto beeene, ho mal di panciaaa ueeeh!!!

Scusa??!! Martino inizia a frignare; avendo appena scoperto di avere un malessere fulminante non si da pace, proprio non se lo aspettava.
Un attimo. 
E se mi fossi sbagliata? E se invece di un futuro cantante e musicista lui fosse innatamente portato per la recitazione? Insomma, non rimaniamo indifferenti di fronte all'immediata capacità di immedesimazione nella parte, senza bisogno di un attimo di concentrazione...
O forse si tratta solamente di un incondizionato atto di fiducia nella mamma... Uff...

Ok, una volta arrivati alla macchina, spiego a Martino che non è vero che ha mal di pancia, ho detto una bugia!
BUGIAAA brillano gli occhi del nano buffo... 
NOO, Martino, le bugie non si dicono! Vedi l'ho detta solo perchè è molto importante che tu sappia che

Lesson number one:

 Non si accettano caramelle dagli sconosciuti (neanche cioccolatini) 

-Solo banconote, avrei voluto aggiungere-

Ma io lo conosco quel signore - No non è vero - Sii me lo ricordo. 

Bugia.

Ecco ho fatto un pasticcio. Tre anni sono troppo pochi per approfondire il concetto di "bugia cattiva" e "bugia a fin di bene" (quella a suo tempo sarà la lesson number two or three, ci penserò).
L'importante è che almeno per questa volta un millesimo di concetto gli sia passato in zucca.

Suvvia, amore della mamma, tanto lo sai che se proprio non puoi prendere il cioccolatino dallo sconosciuto, c'è sempre la nonna a casa che ti aspetta con un mega stra mega wafer gigante ricoperto da un centimetro di cioccolato e accompagnato da un litro di succo per cacciarlo giù il più in fretta possibile.

E fu solo così che tutto passò, i dubbi irrisolti e il mal di pancia immaginario.


P.S.  Sì lo so, è molto probabile che sul quel marciapiede stia ancora passeggiando quell'innocuo anziano signore, stingendo tra le mani il suo cioccolatino (io l'avevo detto che aveva mutato stato altre volte), nell'attesa che qualche bambino, un po' meno diffidente, alla fine lo accetti e ricambi il suo cordiale sorriso.

P.P.S.  Io brutta brutta persona.